Nei ricordi di Stefano Bartolini legati al suo babbo c’è sempre una costante sensazione di gioia e di piacere durante i momenti legati alla tavola e al … mangiar pesce. Mi racconta che ” … ne era veramente ghiotto! Con un sardoncino in mano o con una triglia appena fritta, i suoi occhi brillavano come quelli di un bambino a cui viene concesso di mangiare un sacchetto di caramelle intero!
C’erano pranzi e cene in cui portava a termine vere e proprie scorpacciate, molto spesso precedute da lunghe e minuziose preparazioni, quasi dei rituali familiari.
Poi c’erano i giorni invece in cui Marcello sentiva il bisogno di stare leggero, di “mangiare di magro”.
Ecco allora che metteva in un tegame una decina di moletti, lo riempiva di acqua e lo poneva a sobbollire lentamente sulla stufa economica. Dopo un paio di ore ne sarebbe uscito un fantastico brodo di pesce, profumato, leggero, tutto giocato sulla delicatezza. Lo filtrava, lo completava con una grattugiata di buccia di limone e un filo di olio buono. Tutto qui!
Poi lo versava in grandi tazze, proprio uguali a quelle che alla mattina si usano per fare colazione, immergeva qualche “tocco” di pane secco e …. la cena era fatta”.
Considerati pesci poveri, da sempre i nostri mari sono molto ricchi di moli (detti anche merlani) e oggi, nella cucina di mare legata alla tradizione, trovano impiego sulla graticola, nelle fritture e nei brodi di pesce.
Nelle Osterie del Gran Fritto, a seconda della stagione, li possiamo gustare aperti in due e gratinati in forno o nel Brodetto. Indispensabili invece nella preparazione del Risotto “alla moda di una volta”, e del Gran Fritto dell’Adriatico permettono di mantenere forte il legame con il Nostro Mare!