Nella Dolce Vita di Cesenatico . . . il Bragozzo

Vespignani, Zigaina, Sassu, Guerreschi, Migneco, Zancanaro, Treccani, Guttusu, Sughi e molti altri, nella Dolce Vita di Cesenatico, c’erano.Ed esponevano le…

Vespignani, Zigaina, Sassu, Guerreschi, Migneco, Zancanaro, Treccani, Guttusu, Sughi e molti altri, nella Dolce Vita di Cesenatico, c’erano.Ed esponevano le loro opere al Bragozzo.

La presenza di un così notevole “cast” di pittura fu dovuto all’iniziativa di Luciano Caldaro che dirigeva la galleria d’arte: gli artisti venivano invitati ad esporre, oltre alle loro tele, anche litografie, disegni e stampe.

E questo per un particolare ed apprezzabile motivo: a Cesenatico si voleva che quelle firme restassero nelle halls degli alberghi, negli uffici di rappresentanza, nei salotti, nelle case private. Se i dipinti a olio potevano sfiorare infatti il milione (cifra davvero importanti per quell’epoca) i disegni, le litografie e consimili erano più accessibili: con poco più di 100 mila lire chiunque (o quasi!) poteva appendere alla parete un Sassu o un Migneco.

Bragozzo - Archivio Nanni

Il desiderio di legare Cesenatico al mondo delle arti figurative e della cultura in genere poi, si completò con altre due iniziative.

La prima prese forma con la presenza di critici convocati a dar voce alle loro opinioni in una “tavola rotonda” tutta sull’arte.

La seconda invece, certamente più impegnativa e di difficile realizzazione, consisteva nel creare un “villaggio degli artisti”: il Comune destinò 100 mila metri quadri, divisi in lotti, in concessione a pittori e scrittori perchè “mettessero radici”, pur solo per qualche settimana all’anno, a Cesenatico.

Bragozzo - Archivio Candoli

Infine, l’arte seppe uscire anche dai luoghi sacri della galleria o delle svariate mostre che in quegli anni venivano allestite con regolarità e arrivò nei locali, in quelli che prendevano vita nelle lunghe notti  della Dolce Vita di Cesenatico.

Ecco allora che la Lanterna, da Palon, ristorante, bar pizzeria dell’imbarcadero, era dominato da un grande graffito di Zancanaro, intitolato “Brunalba guarda a Punta nord”: composizione popolata da allucinanti figure quali “il Gibbo”, cioè il duce, che, come spiegò l’autore, impersonava la negazione di tutti i valori positivi, da “Brunalba” che ricorre con tormentosa assiduità nei suoi quadri. Stupefacente fanciulla di taglio classico, adorna come un sirena subacquea, impassibile, insensibile, quasi graffiante.

Bragozzo - Archivio Nanni

E negli anni successivi, sempre la Lanterna, dopo Zancanaro, vide anche artisti della forza di Morlotti, Cassinari, Milani, Baldini, Nanni, Panarelli, Caldari e molti altri. Insomma … Cesenatico negli anni della Dolce Vita fu sì spiaggia di bambini e madri, scenario del grande grattacielo, acquario per i delfini, luogo di villeggiatura di attori e cantanti famosi, ma anche … centro importante per le arti figurative di quegli artisti lasciarono un segno importante nella nostra terra.

Giorgia Lagosti