Cesenatico e La Dolce Vita: la Storia – Atto Primo

Quella che sto per iniziare sarà una storia lunga trenta anni. Sarà un racconto a cui Stefano ed Andrea Bartolini…

Quella che sto per iniziare sarà una storia lunga trenta anni. Sarà un racconto a cui Stefano ed Andrea Bartolini tengono molto. Saranno pagine piene di persone, episodi, progetti, successi (e a volte anche sconfitte) che li rendono fieri di essere di Cesenatico.  

Insieme, desideriamo che non se ne perda memoria.

Il pensare comune potrebbe suggerirci che negli anni dell’immediato dopoguerra, la parola “immagine” non potesse essere legata ad un paese, ad una città, alla divulgazione mediatica per la promozione di un luogo.

Per Cesenatico … le cose andarono diversamente.

I villini e il piano di lottizzazione - archivio Nanni

 

Qui l’attività di informazione e di propaganda fu così attenta, continua e puntuale da essere “straordinariamente” anticipatrice rispetto al ruolo che oggi si riconosce alla comunicazione mediatica: per Cesenatico fu pensata, ed attuata, una attività promozionale di così grande forza (e mi permetto di aggiungere incentrata su tematiche concrete e di indiscutibile valore) da essere stata capace di coinvolgere giornalisti e personaggi famosi attraverso il contatto diretto, ravvicinato e quotidiano con la vita della città.

La mente di tutto ciò fu l’allora Direttore dell’Azienda di Soggiorno, il Dottor Primo Grassi che, grazie al suo spiccato senso di “romagnola” ospitalità ed di “spontanea” accoglienza, riuscì a produrre risultati eccezionali per il turismo locale: fu in grado di costruire per Cesenatico un’immagine che andava ben oltre alle circostanze specifiche dei singoli eventi.

In questo mio racconto, però, vorrei partire da un po’ più lontano, facendo un passo indietro nella storia.

Colonia Agip - archivio Nanni

 

A Cesenatico i primi capanni sulla spiaggia vennero eretti già nel 1865 e dal decennio successivo vi fu la consapevolezza che quella balneare sarebbe stata, insieme alla pesca, un’attività da favorire e da potenziare, si capì dove avrebbe preso forma il futuro della città.

Per realizzare tutto ciò si dovevano tenete presenti anche l’urbanistica e l’assetto strategico della viabilità: nel 1903 venne approvato un lungimirante piano di lottizzazione della zona a mare che prevedeva la concessione gratuita delle aree fabbricabili e in conseguenza di ciò, negli anni successivi, si consolidò un turismo essenzialmente residenziale, animato dalle famiglie della borghesia cittadina che nella bella stagione si trasferivano nelle villette o nei pochi alberghi dove cominciavano a farsi notare anche i primi stranieri.

Nel 1933 la “Guida Pratica ai Luoghi di Soggiorno e di Cura d’Italia”, edita dal Touring Club, descrive Cesenatico come una sviluppata località balneare e la colloca al terzo posto nella Riviera Romagnola dopo Rimini e Riccione.

La pesca - archivio Nanni

 

In quegli anni vennero edificate anche le prime colonie: come non citare quella dell’Agip, eretta nel 1938, monumento dell’architettura razionalista, progettata da Vaccaro.

Poi arrivò la Grande Guerra che provocò l’arresto completo dell’attività turistica, specialmente dopo il 1943, quando l’intera riviera venne interessata da estese opere di fortificazione e quando, per contrastare un eventuale sbarco alleato, fu pianificata, e fortunatamente mai realizzata, la distruzione di tutti gli edifici della fascia costiera.

Dopo la fine del conflitto il lavoro da fare era tanto ma anche la voglia di normalità e di ripresa: già nell’estate del 1946, ricomparvero sulle spiagge di Cesenatico i primi bagnanti.

Arriviamo quindi agli inizi degli anni 50 e da qui prende il via … la “Storia”. [segue]

Giorgia Lagosti